LO SGUARDO DELL'ARTE SUL MONDO

A. MARIO MERZ - IGLOO

Gli igloo di Mario Merz rappresentano l’abitazione non tanto come architettura ma come necessità di ripararsi. Questi sono realizzati con tecniche e materiali poveri, infatti, la sua arte è più spesso definita Arte Povera, poiché essa riproduce i processi di trasformazione della natura e della vita umana. Riconducibili alle abitazioni primitive che potevano essere realizzate, non solo di ghiaccio, ma nella maggior parte dei casi con lunghi rami e con foglie. Gli igloo diventano per l’artista l’archetipo dei luoghi abitati e il significato delle diverse relazioni tra interno ed esterno, tra spazio fisico e spazio concettuale, tra individualità e collettività.
Tutti gli elementi che compongono gli igloo sono legati al lavoro umano: dalla terra alla fabbrica. La forma delle varie opere è sempre la stessa ma ogni igloo è unico grazie alla moltitudine di materiali che vengono utilizzati cambiando anche la nostra percezione, per esempio un igloo totalmente fatto di pietra dove l’interno è nascosto al nostro occhio ci potrebbe sembrare totalmente diverso da un igloo fatto di vetro che è totalmente permeabile alla nostra vista, nonostante questo il significato che c’è alla base è sempre lo stesso, quello di creare un luogo di riparo pur mantenendo un interazione tra esterno ed interno.

Parola chiave: CONTRASTO

Quello che abbiamo voluto fare è mettere in relazione un tipo di opera che rappresenta la primordialità con una delle architetture moderne con la stessa forma. Potremmo dire che l’opera di Merz sembra la cupola di vetro del Palazzo del Reichstag dopo un’apocalisse, quasi a voler vedere un prima e un dopo, uno stato attuale perfetto e uno stato di degradamento, uno sguardo critico e negativo sul futuro. 



B. GIOVANNA DE SANCTIS RICCIARDONE - OFELIA

L’opera si compone di tre monoliti neri disposti verticalmente. La particolarità sta nella loro forma, in quanto presentano una base non regolare in favore di una quasi totalmente erosa che contrasta con le superfici prevalentemente regolari e levigate delle altre facce del monolite. A causa di questa irregolarità, i monoliti, non sono perfettamente verticali ma tendono ad inclinarsi leggermente come se fossero in una condizione di equilibrio precario. Quello che percepiamo dalla scultura è la capacità dei monoliti di rimanere “in piedi” nonostante la loro base compromessa.


Parola chiave: MACERIA

Abbiamo voluto paragonare quest’opera d’arte con la devastazione di una città a seguito dell’esplosione di una bomba nucleare. Nella nostra immaginazione i monoliti, nonostante la distruzione, mantengono la loro posizione come a voler significare l’impossibilità di compromettere la stabilità di una città o una nazione dopo un evento catastrofico. 


C. FRANCO PURINI - SISTEMA TRILITICO

Questa incisione di Purini rappresenta un sistema trilitico in chiave moderna, non è più una struttura in pietra ma una struttura in cemento come a voler mettere in relazione il passato con il presente. Il tema della frontalità e del fuori scala costituiscono i motivi figurativi di quest’opera. Oltre a questi due temi quello del rapporto tra architettura e natura considerato come elemento primario della costruzione dell’immagine.
La tecnica con cui è stata realizzata quest’opera è fondamentale, perché passa da essere una semplice sistema di riproduzione a un mezzo espressivo complesso al punto da sdoppiarsi in una serie di oggetti unici.


Parola chiave: GEOMETRIA

I forti tratti dell’opera sono utilizzati come divisorio per gli isolati del Plan Cerdà di Barcellona. Stravolgendo totalmente la prospettiva dell’opera originale, riducendo a niente il significato originale e creandone uno nuovo. Passando quasi da un’opera che volesse guardare al futuro strizzando l’occhio al passato, ad un’opera che guarda al presente diventando quasi una tavola di progetto. Si passa da una visione del Perfetto Puriniano ad un’ordinarietà che è la realtà e la vita in generale.


Studenti: Nicolò Simonetti, Gianmarco Di Nucci

Commenti

Post popolari in questo blog

IMPRINTING

MAD ARCHITECTS e TESI di Marco Falasca